22 Dicembre 2013

Il “Bhutanellum”

Riforme, XVII Legislatura

Scopro oggi, da un bell’articolo di Mattia Feltri su La Stampa, il “Bhutanellum” (che poi sarebbe la legge elettorale vigente nel Bhutan, se ne parla diffusamente nel blog “Portmeirion”).

Semplice è semplice: c’è un primo turno nel quale si vota solo il simbolo del partito, tra tutti i partiti che vogliono presentarsi. Zero candidati e zero eletti: il primo turno serve solo a selezionare i primi due partiti del paese. Una volta che questo è fatto, i due partiti arrivati in testa al primo turno possono candidare un loro rappresentante per ciascuno dei collegi uninominali presenti nel paese. Conclusione, alla fine si crea un sistema bipartitico con una maggioranza chiara. Bello, no?

4 risposte a “Il “Bhutanellum””

  1. Antonello Badessi ha detto:

    Perfetto. Avremmo Forza Italia al governo e 5 Stelle all’opposizione. O viceversa. Non è una buona idea.

  2. Giovanni Massimo Micalizzi ha detto:

    Se realmente qualcuno voleva restituire potere agli elettori c’è il “legge elettorale uninominale ad un turno con ballottaggio preventivo” una breve descrizione su wiki http://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_elettorale#Sistema_uninominale_a_voto_alternativo_con_maggioranza_assoluta
    e 3ore di dibattito fra i professori D’alimonte, Teodori, Lanchaster, Pasquino, Agosta etc https://www.youtube.com/watch?v=DAFMB8Hr-Rg

    Anche il Regno unito sta per abbandonare l’uninominale secca a vavore dle #cangurum visto che è adottata dal senato australiano, ma ad esempio per eleggere il sindaco di SanFrancisco e il presidente del Labour Party inglese che la sostiene fin dal dopoguerra

    Da risultati molto simili al doppio turno alla francese ma rispetto ad esso offre i seguenti vantaggi:

    1) due turni costano più che uno (teoria del maxibon)
    2) evita il mercato delle vacche fra il primo ed il secondo turno
    3) per via del sistema di spoglio la parte maggioritaria può presentare una dozzina di candidati senza perdere il collegio
    4) ma non ultimo è ad un turno molto più facile da digerire agli alleati di governo che non la propria storica proposta di bandiera del Francese. Può sembrare un ottimo compromesso invece è (a detta degli studiosi della materia) la legge tecnicamente migliore disponibile

  3. Enrico ha detto:

    Spero che lei sia ironico, perché altrimenti troverei davvero preoccupante che un esponente del mio partito, che ha un’idea così distorta della democrazia, sieda in Parlamento.
    Il metodo è folle, e non è necessario spiegare perché.
    Si immagini questa situazione: primo partito 30%, secondo 25%, terzo 23%. Quest’ultimo, che rappresenterebbe quindi quasi un elettore su quattro, in “Scalfarottolandia” non avrebbe diritto nemmeno ad un rappresentante. Non solo: i due partiti che, nella realtà, hanno il 55% dei voti, con lo “Scalfarottum” si spartirebbero il 100% dei seggi. Complimenti!
    Mi dispiace, Scalfarotto, ma, stando così le cose, il suo Renzi non arriverà mai al governo. Per farlo, deve pigliare i voti. Molti, molti più voti di Bersani. Non stuprare ulteriormente le nostre già malridotte istituzioni per avere la maggioranza con il 30% dei voti.
    Del resto, non siete stati scelti perché “con voi si vince”? E allora forza, Scalfarotto, gambe in spalla! E niente trucchetti da quattro soldi.