30 Novembre 2013

Il confronto PD e i diritti civili

XVII Legislatura

Mi chiedono in molti cosa io pensi della performance di ieri dei nostri tre campioni sui diritti civili.

Pippo, che ieri sera è stato davvero molto bravo, su questo tema è stato impeccabile: ha detto le cose esattamente come stanno (e come le penso io). Credo, immodestamente, di aver anche contribuito in qualche modo alla sua evoluzione nel tempo su questi argomenti. Siamo amici da molti anni e ne abbiamo discusso tante volte anche insieme con Paolo Cosseddu: mi ricordo in particolare la vigilia di un’assemblea nazionale infuocata durante la quale io stesso raccoglievo le firme su un ordine del giorno sul matrimonio egualitario che Pippo alla fine firmò subito dopo di me.

Però Pippo ha un problema, ed è la ragione precisa per la quale io anche su questo argomento alla fine preferisco pragmaticamente che prevalga Renzi. Ed è il problema del passare dal programma impeccabile alla realizzazione delle cose. Credo che in generale questo sia il principale limite della proposta di Civati: pensare ad esempio che il nostro orizzonte sia dato esclusivamente da un’alleanza tra PD e SEL con qualche spruzzata di 5 stelle, significa secondo me condannarsi a perdere il contatto con il centro, che è un pezzo strategicamente irrinunciabile del paese.

Matteo rappresenta invece l’Italia che magari istintivamente e ideologicamente non sta dalla parte dei matrimoni ugualitari, ma che si è convinta attraverso un passaggio magari faticoso della necessità di muoversi. Io continuo a discuterne con Renzi insieme a persone come Cristiana Alicata e ogni giorno che passa Matteo si sposta un po’ più in là. Oggi è sicuramente per l’uguaglianza sostanziale tra coppie etero e coppie gay, ha assunto in pieno (e lo ha detto ieri sera) il concetto che il figlio di una coppia lesbica o gay debba essere adottato dal genitore non biologico. Nell’attesa che adotti anche l’idea del matrimonio, Matteo è già oggi la dimostrazione che ci si può portar dietro anche persone che non la pensano come me, ma come lui.

Renzi che dichiara la propria timidezza su questo tema diventa dunque “espansivo”, va a raggiungere gente che oggi sarebbe tendenzialmente contraria, la persuade che è necessario muoversi e che si può farlo. Temo invece che – pur rappresentando un formidabile contributo all’evoluzione culturale sul tema – l’approccio di Pippo polarizzi, che cioè rafforzi le convinzioni di chi già la pensa in un certo modo, ma portando chi la pensa in modo contrario a chiudere l’audio sull’argomento.

In ogni caso devo dire che mi ha assai consolato vedere che la media delle posizioni dei tre candidati è anni luce più avanti di quella che la nostra dirigenza di vertice avrebbe espresso solo pochi mesi fa. Il più prudente dei candidati alla segreteria ha oggi una posizione molto più avanzata di quella di Bersani e questo è un ottimo segnale per il PD e per l’Italia.

Ora però vediamo di tirar fuori dalle secche del Senato la famosa legge contro l’omofobia, altrimenti alla fine non ci crede nessuno.

11 risposte a “Il confronto PD e i diritti civili”

  1. angelica ha detto:

    Ivan, con tanto rispetto e stima, permettimi di dirti che sulle questione dei diritti civili, suoni come uno che si sta arrampicando sugli specchi nel sostenere Renzi. Ieri è stato proprio timido, un signor tentenna, Civati invece diretto senza tentennamenti.
    Invece quando dici che i candidati sono lontano anni luce dal vertice della dirigenza sono d’accordo con te…anche se avere sul carro Franceschini, La Torre e tanti altri mi lascia basita. Almeno CIvati è 101 free.

  2. Alvise ha detto:

    Mah. Io prima di continuare a rincorrere il centro (perché sia strategicamente fondamentale poi, non s’è ancora capito) chiederei ai vari Monti e Casini cosa ne pensino dei matrimoni egualitari. Quando TUTTI dentro il PD si renderanno conto che il centro è l’avversario e non l’alleato, sarà un grosso passo avanti per tutta la sinistra.

  3. gio ha detto:

    Cioè in sostanza affermare la laicità dello Stato non si può.
    Questo paese sta morendo di realpolitik in tutti i settori, e la cosa buffa è che non serve nemmeno a raggiungere degli obiettivi al ribasso.
    Ora addirittura siamo al compromesso preventivo, meglio una posizione timida ma ingiusta (nel senso Costituzionale) per non disturbare nessuno. boh

  4. Matteo Sartori ha detto:

    Ivan, ti ringrazio molto per la risposta. Posso dire di non essere però d’accordo con le tue motivazioni: Civati non vuole rinunciare al centro, il suo insistere su Prodi, il suo coinvolgere persone di centro come Sandra Zampa, il suo dichiarare esplicitamente “non voglio portare il PD più a sinistra, ma più avanti” mi sembra parlino chiaro. Vuole l’alleanza con SEL, ma quell’alleanza probabilmente ce l’avrai anche con Renzi segretario, anzi al momento Vendola è più vicino a Renzi che a Civati, quindi non vedo dove sia il problema. Lo spruzzo di M5S? Sbagli, Ivan, Pippo vuole prendere il buono che c’è nel movimento (c’è qualcosa di buono, lo vuoi negare?) e scartare tutto ciò che non è in alcun modo accettabile. Pensaci bene, Ivan, un partito con le qualità storiche del PD con i punti di forza di trasparenza e legalità del M5S. Fa proprio così schifo? E sì, sono sicuro che hai contribuito non poco a far crescere Pippo sul fronte dei temi etici, tutti noi che lo sosteniamo ti ringraziamo per questo, ma che senso ha ora “rifare tutto il lavoro da zero” con Renzi? Rischi di far passare il messaggio sbagliato, ovvero “sto con Renzi solo perchè mi piace stare con i vincitori”. No, Ivan, sei decisamente meglio di tutto questo. Pensa alla tua gente.

  5. gianluca ha detto:

    non temo il compromesso in sé, temo il compromesso in me (semicit.)

    si parte da una posizione cristallina e comprensibile
    poi, se questa non convince tutti, si può anche discutere e trovare una mediazione

  6. amerigo rutigliano officina sociale ha detto:

    Gli italiani nella loro maggioranza, non sono interessati a questioni come i matrimoni gay e allo loro presunzione di voler adottare dei bambini.

    Ci sono altre priorità come il lavoro che non c’è, la sanità che fa schifo in Italia, l’ambiente degradato con le conseguenze che il paese ha subito vedi sardegna Emilia Romagna e tutto il sud Italia. Agli italiani non frega nulla se Scalfarotto potrà sposarsi con il suo uomo …

    I bambini hanno la necessità di avere come guida alla loro crescita la figura della mamma e del papà ( non genitore 1 e genitore 2).

    Non credo che sia stato un successo l’evento Skay considerando che solo il 2,6% degli italiani hanno visto e ascoltato le tante fantasie buoniste dei tre diciamo leader.

    In realtà è stato solo un democratico flop elettorale. Ai gazebo sperano che gli italiani almeno quelli che hanno spirito di analisi politica non vadino dal momento che nulla cambierà a parte le pedine in campo e lo si vede in questi giorni in parlamento. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare chi poi vuole dire ipocrisia politica ai fini del consenso.

    Io credo che dal 9 dicembre in parlamento e al Nazareno si aprirà la caccia grossa.

    Amerigo Rutiigliano

  7. Matteo Sartori ha detto:

    Ciao Ivan,
    un’altra cosa: hai visto il video dall’Estragon di Bologna, con gli interventi della squadra di Civati? Davvero non vuoi fare parte di questa squadra?

  8. Atrus ha detto:

    Il “problema del passare dal programma impeccabile alla realizzazione delle cose” non c’è, o meglio il PD non ha mai avuto la possibilità di averlo. Se il tuo obbiettivo è 100 (matrimonio paritario) forse riesci a ottenere 80, ma chi fa come Renzi (o la Bindi o chi per loro) e timidamente chiede 50 o 60 non otterrà mai più di 10.

    Io appoggio un candidato che vuole pari diritti, pari doveri, pari nomenclatura. In una parola: uguaglianza. Uno che goffamente, per non perdere elettori, dice sulla carta di voler andare avanti a timidi passi può stare a casa. Se Renzi è la linea del PD, il mio voto va a qualcun altro.

    E per l’appunto, prima di provare a prendere i mistici voti del centro, che sono 20 anni che non ci riuscite, non è che magari è il caso di impegnarsi a riprendere tutti i voti di sinistra che avete perso per strada a furia di aprirvi e di larghe intese?

  9. Armando ha detto:

    OK! Ero già convinto della necessità di votare per Renzi: su base opportunistica le ragioni. Prima di tutto sul meccanismo, pericoloso ma necessario, di avvalorare la leadership come metodo per disinnescare il sistema correntizio, ad oggi letteralmente immobilizzante il PD.
    Il tuo ragionamento me ne offre una ulteriore, sulla quale però ho dei dubbi: per conquistare un pezzo di centro, su tanti aspetti (e quello dei diritti tra gli altri!) lontano dalla stessa attuale visione di Renzi, che è in divenire e via via meno “timida”, rischiamo di amputarci un arto sinistro. Non so se ne valga la pena!

  10. Luca ha detto:

    Oggi a me interessa prima di tutto sentirmi democratico, respirare democrazia. Voglio dire, per quanto mi riguarda, che su tanti aspetti dei diritti civili ho timori e incertezze. Voi direte che ho sbagliato partito, se ne andasse fatta solo una ragione ideologica, ma proprio per questo, perché non c’è una verità, ma la soluzione migliore in queste cose, io proprio x queste ragioni oggi scelgo Renzi. Pur avendo da sempre votato Pci e derivati, ho sempre faticato in questo partito a veder difesi i diritti dei singoli, quello che oggi Renzi raccoglie (ma molto probabilmente è lui che è così) e proprio la sfida di cercare le soluzioni migliori, problema x problema, senza chiedersi dove è la verità ma con la consapevolezza di poter trovare risposta anche dove meno si pensa di trovarla. Oggi non ci sono nemici ma interlocutori, a sx a dx al centro. La soluzione è quella che conta e per me non conta che sia di sx ma che sia democraticamente progressista.