24 Giugno 2013

Josefa Idem: più che l’ICI potè il Pride

Diritti, XVII Legislatura

Non so come andrà a finire la vicenda di Josefa Idem, ma dico con franchezza che la trasformazione di una persona che per venti anni si è ammazzata di lavoro per eccellere in uno sport povero, oscuro e faticoso come la canoa in un’imbrogliona non mi convince nemmeno un po’.

Penso che il problema di Josefa Idem sia ben diverso dalla palestra di casa sua a Ravenna e che stia nel suo essersi esposta, senza usare le precauzioni della mestierante, in modo netto su temi difficili. Per essere andata al funerale della ragazzina uccisa dal suo fidanzato. Per essere stata al Pride a Palermo.

Tutto questo l’ha resa il besraglio perfetto di chi, in quel ministero, ci vorrebbe qualcuno di meno schierato (o di più schierato: vedi intervista di Daniela Santanchè su Repubblica di oggi. “Quel ministero spetta a noi”). Io spero che il PD la difenda e che faccia attenzione a questo caso dal punto di vista politico. Perché Idem e Kyenge sono state i due volti che hanno dato a questo governo un profilo di progresso a questo governo. E infatti abbiamo visto come sono state trattate entrambe. Perderne una, sarebbe un pessimo segnale.

16 risposte a “Josefa Idem: più che l’ICI potè il Pride”

  1. Felice Sarzano ha detto:

    Le norme, per quanto dolorose, devono essere uguali per tutti. If I had had my feet in Josefa’s mocassins avrei detto: ho commesso un errore, rimetto il mio mandato nelle mani di Letta, e che decida lui, motivandolo, se è il caso o no che io prosegua nel mio mandato o no.

  2. Carlo Modica ha detto:

    Caro Ivan, condivido spesso molte delle cose che scrivi, questa davvero no:

    1. la Idem si è ammazzata di lavoro come molti altri (forse anche un filino meno di molti altri) e non si capisce perchè questo dovrebbe essere una giustificazione
    2. non è la “palestra di casa sua” il problema, ma il fatto che abbia voluto far passare la sua palestra in una casa per eludere il nostro sistema fiscale
    3. probabilmente sarebbe un ottimo ministro ed ha preso posizioni importanti e coraggiose, questo rende più dolorose le dovute dimissioni ma non può essere un alibi
    4. io spero che il PD la difenda invitandola alle dimissioni
    5. il paragone della questione Idem con gli schifosi attacchi alla Kyenge francamente non regge ed è, a mio parere, offensivo nei confronti della Kyenge stessa

  3. Severo Laleo ha detto:

    La Ministra Idem, a sua insaputa, dimostra, nella grandezza
    delle sue medaglie, quanto sia carente nel nostro paese, a destra,
    al centro e spesso anche a sinistra (?),
    una essenziale e vitale cultura istituzionale, liberale
    e semplicemente civica.

    E pur ministra delle parità, il suo comportamento è stato
    all’insegna della disparità, oltre il limite.

    Esiste un solo modo per recuperare: le dimissioni.

    O no?

    Severo Laleo

  4. Federì ha detto:

    Si dimetta, perché non ci sono storie e provenienze che giustifichino distrazioni o ignoranze come quella del caso in ispecie: per anni abbiamo alzato, giustamente, il vessillo dell’indignazione di fronte agli Scajola e ai Bertolaso e ora non ci si può permettere di far finta di nulla.
    Il PD la sostituisca con una figura altrettanto impegnata e combattiva sul fronte dei diritti e della parità di genere, senza cedere al ricattuccio del PDL e di chi vorrebbe normalizzare quell’incarico.

  5. AndreaB. ha detto:

    Penso che ci sia da aspettarsi e prendere da ogni persona che occupa certe posizioni (come quella di ministro) condotte di vita limpide e corrette. Penso che queste condotte di vita limpide e corrette vadano chieste in ugual modo a tutte le persone che occupano certe cariche, senza distinzioni. Sappiamo infatti bene che, ad esempio, nel mondo anglosassone basta poco per far dimettere persone in certe posizioni (uno come Claudio Scajola in UK o USA sarebbe stato probabilmente immediatamente “licenziato”).
    Allo stesso tempo penso che ci sia da usare un minimo di flessibilita in tutte le cose della vita. Non tanto per il fatto che la Idem sia stata una suprema atleta e splendido modello sportivo (chiunque, anche senza essere atleta, potrebbe portare simili attenuanti), quanto per il fatto che tutti, nessuno escluso, commettiamo errori. L’Italia e’ un paese dove la “furberia” e’ un po piu diffusa che in altri posti, lo sappiamo. Ma la risposta ad un mal costume nazionale non puo a mio avviso essere un sistema troppo rigido in cui non si perdona niente a nessuno. Solo per fare un banale esempio, nessuna persona che io conosca, anche la piu integerrima, ha sempre rispettato il codice della strada, e quando lo si e’ infranto lo si e’ fatto spesso senza essere puniti (eludendo quindi in questo modo molte sanzioni utili per la comunita).
    Insomma, penso che tutte le cose della vita vadano pesate, con rigore ma anche con un minimo di flessibilita.

    Per questa serie di motivi capisco i commenti a questo post ma capisco anche il punto di vista dell’autore del post. Devo infatti ammettere che sarei anche io indeciso (cosi come mi pare lo siano Letta e tanti altri) su quale sia la cosa migliore da fare in un caso come questo.

  6. paolo ha detto:

    Nessuno la lincia. Solo che non può un elusore fiscale fare parte di un governo che DEVE lottare contro l’elusione fiscale. Credo che anche mia figlia di quattro anni ci arriverebbe a capirlo.

  7. monica c. ha detto:

    Perfettamente d’accordo con Carlo Modica, il cui commento mi sembra molto equilibrato. E trovo del tutto fuorviante l’appello a categorie come quella del “perdono” evocato da Andrea B. Solo in questo paese – Scalfarotto dovrebbe saperlo meglio di chiunque – le dimissioni sono l’extrema ratio cui giungono (e spesso, scandalosamente, NON giungono – personaggi dal profilo pubblico e privato oscenamente impresentabile. Nei paesi civili le dimissioni sono l’atto insieme dovuto e quasi banale di personaggi pubblici che sbagliano, magari senza dolo come certamente Josefa Idem e indipendentemente dal fatto che siano “perdonabili”, ci mancherebbe: semplicemente perché per occupare certe cariche si richiede, o si dovrebbe richiedere, non la perdonabilità ma l’esemplarità.

  8. […] diritti civili), come descrive (secondo lui) la questione Ici-Josefa Idem.  Direttamente dal suo blog, un post che già dal titolo dice […]

  9. Enrico ha detto:

    Usare il giustificazionismo berlusconiano e il complottismo grilloide per difendere il partito, caro Scalfarotto, è inaccettabile.
    Che Idem sia stata una grandissima atleta è ininfluente. Anche Berlusconi ha fatto grande il Milan: che dice, ne dovrebbero tenere conto, oggi, i giudici di Milano?
    Che abbia fatto chissà che cosa al Ministero, poi! Non ha fatto nulla (come il resto del governo, d’altronde), se non operazioni d’immagine. Utili eh, per carità, ma da qui a dire che c’è un complotto per eliminarla ce ne corre.
    Idem ha sbagliato. Nessuno la vuole mandare in galera, ma le dimissioni sono dovute. Nella sua amata Gran Bretagna sarebbero già arrivate.

  10. Paolo ha detto:

    Certo certo Ivan. è stata la lobby etero a colpire la povera Idem.
    Invece i dementi che pagano l’imu regolarmente restano dementi.
    Anzi è stata la lobby del canotaggio in guerra con la canoa.

  11. […] diritti civili), come descrive (secondo lui) la questione Ici-Josefa Idem.  Direttamente dal suo blog, un post che già dal titolo dice […]

  12. gustavo ha detto:

    Onorevole Scalfarotto,
    Francamente io non la capisco: perche’ farsi sberlottare sul suo stesso blog difendendo posizioni insostenibili solo perche’ appartengono alla “sua” area di governo?
    Che la sua sia una posizione “gay-centrica” e che le sue ricostruzioni siano “colorite” e’ di un’evidenza lapalissiana.
    Perche’ girare “sofisticamente” intorno a certi argomenti con l’unico risultato di dimostrare, al di la’ dii ogni ragionevole dubbio, una faziosita’ cosi facilmente smascherabile?

    Lei dice che Idem e Kyenge “sono state i due volti che hanno dato a questo governo un profilo di progresso a questo governo”.

    Il che e’ come sottindere che questo governo e’ per una sua meta’ pieno zeppo di fascistelli razzisti, omofobi e sexisti, cioe’ reazionari, eletti da un elettorato di destra altrettanto reazionario, razzista, omofobo e sexista che si dedica in modo sistematico al ” maltrattamento ” delle due ministre progressiste perche’ si battono per i diritti delle minoranze etniche e sessuali.

    Non trova questo modo di ragionare semplicemente ridicolo!

    Gia’ ci ha pensato Giovanni Sartori a ridimensionare la preparazione intellettuale della Kyenge nel suo ruolo di ministro; e non e’ necessario aggiungere altro.

    Il punto riguardo la Kyenge e’ che se una parte dell’opinione pubblica “sente” che lo ius soli, cosi come prepotentemente imposto dalla neo-ministra come programma del suo ministero, e’ da respingere o ri-considerare, questa posizione rientra legittimamente nel dibattito politico senza per forza essere catalogata come intrinsecamente reazionaria o, peggio ancora, razzista.
    Il colore dell’epidermide della signora Kyenge c’entra come i cavoli a merenda.

    Anche se dobbiamo purtroppo ormai rassegnarci al fatto che ci sara’ sempre qualcuno, in Italia e nel Resto del Mondo, come nei progressisti-ssimi USA (si fa per dire), che trovera’ il modo di sottolineare la tonalita’ epidermica delle personalita’ politiche “sgradite”. Obama ne sa qualcosa .

    Lostesso dicasi per le pretestuose dimenticanze della Idem riguardo la Legge.
    Cosa c’entra che la Idem sia ” una persona che per venti anni si è ammazzata di lavoro per eccellere in uno sport povero, oscuro e faticoso come la canoa”?
    Forse che l’ “esporsi su temi difficili senza le precauzioni della mestierante” la mette di diritto al di sopra e al di fuori della Legge?
    Il pecoraro calabrese semi-analfabeta che vive isolato sull’Aspromonte e’ tenuto a “non ignorare la Legge”. Pena la sanzione.
    La campionessa sportiva, Ministra della Repubblica, e’ invece “diversa” e non essendo una commercialista non poteva, poverina, sapere che sulle case e sulle palestre affittate al pubblico si devono pagare le tasse.

    Suvvia, onorevole Scalfarotto!

    Cerchiamo di essere obbiettivi: il PD si batte, pur avendo i suoi scheletrini nell’armadio, per la trasparenza in politica e porta inoltre continuamente come esempio la diversa attitudine di altri paesi verso i politici che sbagliano.
    E’ il momento dimostrare un po’ di coerenza senza arrampicarsi sugli specchi dei meriti sportivi.

  13. Claudio Moretti ha detto:

    In un momento di “esasperante” disoccupazione, occorre per un democratico/a essere più realisti del re.
    Quello che non ho apprezzato della Idem è la conferenza stampa nella quale afferma di essere stata attaccata e via dicendo. Tutte cose fors’anche giuste, ma assolutamente fuori luogo in questo momento.
    Chiunque può sbagliare in buona fede.
    Un ministro/a, però, deve dare l’esempio di accettare le responsabilità dei proprie errori.

  14. Katherina Stecher ha detto:

    Anche se ha sbagliato (è tutto ancora da dimostrare, solo in Italia si emettono delle condanne prima di celebrare un processo) il ministro Josefa Idem è stata l’unico rappresentante del governo attualmente in carica che si è espresso a favore dei diritti della comunità LGBTQI. Le sue dimissioni sono un favore alla destra omofoba di Giovanardi. I parlamentari che sostengono il governo Letta che si riconoscono nell’impegno per i diritti civili del ministro Idem facciano sentire la loro voce schierandosi perchè si chiarisca fino in fondo la vicenda che la vede coinvolta chiedendo che le eventuali dimissioni di Josefa Idem non siano anche stavolta un pretesto per mettere fine alle speranze di poter vivere in uno stato laico e che rispetti i diritti e la dignità di tutti i suoi cittadini.

  15. marce ha detto:

    Ciao. da gay ti dico che non sono d’accordo con te. Se si fanno campagne mediatiche in cui si ripete (quasi come un mantra) che in Europa ci sono ministri che si dimettono per aver copiato una tesi di laure o per non aver pagato i contributi alla colf, mi dispiace per la Idem, che probabilmente davvero non ne sapeva nulla di questa mancanza, ma le dimissioni erano inevitabili. Ormai la gogna mediatica -voluta soprattutto da Grillo e co.- non porta più a vedere le sfumature. Per di più in un paese in cui interessa di + ll’IMU che detassare il lavoro non pagare l’ICI è imperdonabile.