30 Marzo 2013

Un nome di cambiamento

Appunti

Io spero che Napolitano non dia le dimissioni anzitempo. Capisco che il passo darebbe un senso di urgenza a tutti e che il successore avrebbe il colpo in canna dello scioglimento delle Camere. Ma penso anche che la perdita di un punto di riferimento, non solo politico, come lui avrebbe un impatto sull’immagine interna e internazionale del Paese degno di un otto settembre.

Quello che mi auguro succeda è che un nome sia fatto per la presidenza del Consiglio. Con lo stesso processo che portò a Monti, ma con una spinta del tutto diversa. Se la scelta di Monti fu dettata da un’emergenza finanziaria e dalla voce dei mercati, questa volta l’emergenza è morale e tutta caratterizzata da una richiesta di pulizia e di rinnovamento. Un po’ come è già successo in questi giorni dall’altro lato del Tevere.

Spero dunque che Napolitano trovi quel nome, un’impresa non impossibile per lui. Poi tutte le forze politiche dovranno prendersi la responsabilità di dire sì o no in parlamento. Chi dirà no potrà farlo per allergia alla trasparenza che quel nome dovrà suggerire (PdL), o per un’idiotica ed egoistica tendenza al cupio dissolvi (M5S).

In entrambi casi si dovrà darne conto al Paese.

5 risposte a “Un nome di cambiamento”

  1. Tony ha detto:

    Onorevole Scalpha,
    sono perfettamente d’accordo con lei.

  2. Giorgio Garofalo ha detto:

    Nono sono d’accordo. A rimetterci saremmo di nuovo noi. Basta.

  3. Andrea ha detto:

    Questa volta dissento. alla fine come sempre faremmo i ‘ responsabili capri espiatori’.

  4. Franco ha detto:

    Sono d’accordo, ma le forze predominanti al senato ragionano secondo una logica (logica?) con cui è difficile misurarsi…

  5. Luca ha detto:

    Non passiamo ad altri la responsabilità di accordi che io – elettore – non ho cercato e non voglio. Abbiamo votato per il cambiamento, non lasciamocelo scippare