5 Gennaio 2012

Zitti e mosca

Appunti

Comincio a vedere nervosismo su Twitter circa la possibilità che la Corte Costituzionale bocci i quesiti referendari. Ora, pur augurandomi con tutto il cuore che il referendum passi, io penso che i democratici di questo paese dovrebbero accettare senza fare troppo rumore qualsiasi cosa la Corte decida. L’ho pensato anche quando la medesima Corte ha deciso che nella Repubblica Italiana la mia famiglia può vivere senza nessun diritto e nessuna protezione e che questo rispetta il principio di uguaglianza. Mi ribolliva il sangue? Sì. Le associazioni gay hanno fatto casino? No (e hanno fatto bene). Il motivo è che se non rispettiamo gli arbitri, anche quando non ci concedono un rigore che era grande come una casa, la Democrazia è morta. Ricordate Al Gore, cui fu scippata la presidenza da una Corte Suprema in cui c’erano seduti giudici nominati dal padre del suo avversario e su dati forniti dal fratello del suo avversario. Gore tacque perché era uno statista e sapeva che Gore e Bush passano, gli Stati Uniti restano. Se vogliamo uscire dal Berlusconismo, dobbiamo cominciare comportandoci diversamente da Berlusconi. Difendendo le istituzioni, anche quando sbagliano. Perché sono il nostro patrimonio comune, sono la spina dorsale della nostra democrazia, il tessuto connettivo della nostra repubblica. Per cui se la Corte boccerà il referendum (sperando, implorando, pregando che non lo faccia), per favore, zitti e mosca.

Una risposta a “Zitti e mosca”

  1. Oscar Figus ha detto:

    Caro Ivan
    questo post aumenta, se possibile, la mia stima nei tuoi confronti anche se non so se sono completamente d’accordo con te.
    Rispettabilità e autorevolezza non sono diritti acquisiti con il ruolo (un cialtrone resta tale anche se viene eletto presidente) persone e istituzioni il rispetto se lo devono guadagnare e se lo guadagnano anche accettando le critiche.
    Se la Corte, che rispetto bada bene, boccerà il referendum potrò comunque affermare, anche pubblicamente, che hanno sbagliato.
    Non ci hanno lasciato molti diritti, quello di critica non può che avvantaggiare la nostra democrazia.
    Oscar