18 Maggio 2011

Il disertore

Appunti, In nessun paese, Ivan Scalfarotto

Dal giorno delle esternazioni di Giovanardi sull’Ikea un pensiero ha preso a perseguitarmi. In nome dell’economia – mi sono detto – ingolliamo le violazioni dei diritti umani in Cina. Abbiamo fatto affari con Gheddafi. E oggi che un investitore straniero va investire in Sicilia, un luogo dove nemmeno gli italiani vanno a fare impresa, e offre contratti di lavoro a centinaia di siciliani il governo che fa? Attacca Ikea e, in nome dell’omofobia, mette a rischio il reddito di tante famiglie?

Su questa riflessione, anche il mio celebre ottimismo e la mia irrefrenabile fiducia che il mondo possa cambiare per il meglio hanno vacillato. Se nemmeno i soldi, l’economia e il lavoro possono frenare l’intolleranza nei confronti delle persone e delle famiglie omosessuali, allora vuol dire che tutto è perduto.

Così, per un secondo, lo confesso, ho pensato di tornarmene per sempre a Londra. Di andare all’ambasciata britannica e di dire loro: sono una brava persona, ho fatto tante buone cose in vita mia ma il mio Paese inspiegabilmente odia me e la mia famiglia. Mi volete voi? Poi mi sono fermato e ho deciso che valesse la pena di chiedere prima all’Italia se fosse davvero pronta a perdere me e milioni di persone come me. E così, come in quella famosa canzone splendidamente cantata da Ivano Fossati, ho scritto al Presidente della Repubblica.

E lui, inaspettatamente, mi ha risposto.

3 risposte a “Il disertore”

  1. Enrico ha detto:

    Quando mi capita di uscire dall’Italia, soprattutto nelle grandi capitali Europee, ho la netta percezione di quanto la figura del “diverso” sia discriminata nel nostro Paese. Come diverso intendo qualsiasi manifestazione di non omogeneità di una persona nei confronti di quanto viene ritenuto conforme. Hai il mio massimo appoggio per il coraggio con il quale hai interpellato su questo tema il Presidente, che con la sua risposta si è confermato garante della Costituzione.
    Saluti e felicitazioni
    Enrico

  2. Mr Vektriol ha detto:

    Grande Ivan,grandissimo Giorgio!

  3. jr. ha detto:

    Premesso che non sono omossessuale, premesso che sono ancora cattolico, vorrei fare alcune precisazioni: 1. la differenza è un fatto: voglio dire che non esistono due uomini o due donne uguali al mondo, l’uguaglianza è un diritto, ovvero è sul piano del diritto che va assolutamente affermato come tutti dovrebbero avere gli stessi diritti, uomini donne, omosessuali, bianchi, neri e quant’altro. 2. Coloro che discriminano in nome di Dio forse non sanno che la Chiesa mai ha firmato la dichiarazione universale dei diritti umani. Questo perchè è intollerabile, per la particolare morale cattolica, riconoscere alle donne gli stessi diritti degli uomini. Ecco che a parole vengono difesi e proclamati i diritti degli ultimi ma nei fatti questi diritti vengono negati all’interno della stessa Chiesa. Ricordo che Gesù era solito andare con coloro che veniano definiti “peccatori” e che fu ucciso dai Romani su cndanna della Chiesa del tempo ed in nome di Dio in quanto bestemmiatore. Come uomo trovo vergognoso queste discriminazioni, come cristiano trovo insopportabile le discriminazioni sul piano del diritto, così come Gesù le trovo insopportabili oltre 2000 anni fa, come cattolico non riesco più a riconoscermi in una Chiesa che appare negare il Dio di cui Gesù ci ha rivelato il volto.