11 Marzo 2011

Ancora sull’intervento di ieri.

Appunti, Comunicati stampa

L’AdnKronos ha ripreso da Facebook il mio intervento di ieri in commissione diritti.

PD: SCALFAROTTO A TAVOLO DIRITTI, DOVEROSO RICONOSCERE PARITA’ COPPIE OMOSESSUALI =
MATRIMONIO O NO NON C’E’ ALTRA POSSIBILITA’, BASTA TENTENNAMENTI 

Roma, 11 mar. – (Adnkronos) – “L’unico spazio che ci e’ dato come Partito democratico e’ quello di perseguire una strada che consenta di riconoscere la piena e assoluta parita’ delle persone e delle famiglie omosessuali nel nostro Paese, similmente a quanto avviene in tutti i Paesi della comunita’ degli Stati di cui sentiamo storicamente di far parte”. E’ stato Ivan Scalfarotto a riportare in primo piano, nel Pd, la questione delle unioni civili. Il vice presidente dell’Assemblea del Partito democratico ha posto la questione nel corso della riunione della commissione Diritti del Pd che si e’ tenuta ieri.

Nel suo intervento, poi pubblicato anche su Facebook,Scalfarotto si e’ fatto interprete del “senso di stanchezza, di smarrimento, di avvilimento di almeno un milione di famiglie di questo Paese che per la Repubblica italiana sono nulla”. Il dirigente Pd ha sottolineato: “Credo che in quanto classe dirigente di questo Paese dovremmo provare un senso di profonda e incancellabile vergogna per non essere stati capaci di dare dignita’ e riconoscimento alla determinazione di milioni di nostri concittadini adulti di costruirsi un futuro insieme”.

“Che lo si chiami matrimonio, soluzione che io sicuramente prediligo, o con altro nome, davanti a noi non esiste che questa possibilita’ -ha detto Scalfarotto-. Ogni limitazione dei diritti e dello status delle persone omosessuali non e’ oggi ne’ comprensibile ne’ giustificabile”. Per il vice presidente dell’Assemblea, “abbiamo il dovere di allinearci alle pratiche piu’ avanzate, nessun tentennamento ci e’ consentito”: “Quello che chiedo al Partito democratico e’ di rompere finalmente il silenzio assordante che ha consentito e ancora consente in Italia la discriminazione, l’emarginazione e la negazione dell’esistenza di una moltitudine di donne, di uomini, dei loro sentimenti, delle loro vite”.