1 Maggio 2006

La rivoluzione dei giovani

Diario

Ho appena finito di leggere “Napoli siamo noi”, l’ultimo libro di Giorgio Bocca. Sono napoletano per almeno il 50% del sangue che mi scorre nelle vene e ho vissuto a Napoli per quasi cinque anni, durante l’Università. Mi ricordo una città meravigliosa e impossibile, un posto dove vivere – per me che venivo da fuori – era faticoso, complicato sin nelle più piccole cose. Il saggio di Bocca è freddo e disperato come un intervento chirurgico su un malato incurabile. L’ho letto con ansia crescente, pensando ahiomamma non c’è proprio più niente da fare, più nessuna soluzione. E poi sono arrivato alle ultime parole del libro. Nel buio, d’improvviso, una possibilità, l’ultima possibilità: “…rinunciare alla rivoluzione dei proletari che non ci sono più e puntare su quella dei giovani che ci sono e che non ne possono più di vivere da ladri e da bugiardi, qui e nel resto d’Italia, che vogliono essere citadini di un paese civile”. Giorgio Bocca, classe 1920, uno che ci vede benissimo.

8 risposte a “La rivoluzione dei giovani”

  1. stefano massa ha detto:

    il libro di bocca è solo uno spot x fare soldi sui napoli
    sono napoletano al 100% (a proposito ci siamo conosciuti quando scrivevi su ateneapoli) e operazioni del genenere (alla bocca) non mi fanno impazzire.
    i problemi si affrontano quotidianamente e vivendoli.
    e magari iniziando a ragionare su ciò che è successo a napoli negli ultimi 15 anni, ciò che è stato bluff e qello che il primo bassolino ha fatto…
    a proposito…in tema di perpetuopoli….abbiamo la mitica rosetta ricandidata a sindaco…..
    stef
    ps xchè non rendi il blog un ò più interattivo?

  2. Luigi Ruggeri ha detto:

    D’accordo, i proletari non ci sono più ma al loro posto ci sono i precari, che è anche peggio.
    Non vorrei poi che in tutto questo, essere vecchi diventi di per sè un disvalore, così come diventi un valore di per sè essere giovani.
    Non intendo assolutamente sostenere la posizione dei perpetui, ma è bene essere molto attenti e presenti ai diritti di tutti, senza distinzione di razza, religione, sesso, appartenenza politica, nazionalità e nemmeno di età.
    Luigi Ruggeri.

  3. Moreno Puiatti ha detto:

    Il problema non è più Nord o Sud, Napoli o Milano.
    Il “malcostume” per usare una parola desueta si è propagato ovunque.
    Io vivo nel Nord-Est, conosco gli imprenditori del Nord-Est ed anche la classe operaia del Nord-Est, a 16 anni ho lavorato in fabbrica.
    Il problema è che ci siamo abituati a “vivere da ladri e da bugiardi”.
    L’imprenditore che NON FATTURA l’80% della propria produzione è una realtà, come è una realtà che il dipendente lavora 10 ore al giorno, ma le 2 di straordinario ovviamente vengono pagate “in nero”, questo è il Nord-Est in cui Forza Italia & soci hanno il consenso del 60% dei voti.
    Il vero slogan di Berlusconi è “PIU’ EVASIONE FISCALE PER TUTTI”, la fesseria di Prodi e Bertinotti di parlare di lotta all’evasione fiscale ha spaventato la gente, regalando in queste regioni la vittoria a Berlusconi.
    Non siamo tutti statali o metalmeccanici della FIAT, bisogna lottare per il miglioramento salariale di TUTTI, altrimenti la classe operaia si abbandona a chi le permette (grazie all’illegalità) di percepire un po’ più di denaro.
    Qui anche il sindacato (spesso corrotto) ha delle responsabilità evidenti, ha girato la testa dall’altra parte, soprattutto un sindacato di cui era a capo l’attuale presidente del Senato.
    C’è stata un’incapacità di leggere la realtà di una parte d’Italia che ha un problema di legalità ormai pari a quello della Sicilia.
    Come a Napoli c’è chi lavora nel sommerso e poi percepisce l’assegno di disoccupazione.
    Visto dall’esterno il potere di Bassolino è un potere clientelare, fondato sui lavori socialmente (in)utili.
    Abbiamo il coraggio di confessarle queste cose?
    I Berlusconi, i Ricucci e i Fiorani sono la punta dell’iceberg.
    Questa è l’Italia. “Viva l’Italia” non ho voglia di cantarlo.

  4. Francesco Papini ha detto:

    In linea di massima apprezzo la “lotta” ai perpetui, ma bisognerebbe piuttosto parlare di merito e giudicare da quello (che secondo me è l’argomento della tua campagna per le primarie che ha colpito più persone, caro Ivan).
    Io ho 25 anni, un giorno (chissà quando) finirò ‘sta benedetta tesi e andrò a lavorare (possibilmente nell’industria: studiando ingegneria ritengo si debba produrre e ricercare, senza tanti altri fronzoli!!), ma se tra 10 o 15 anni, pur essendo ancora relativamente giovane, sarò un paracarro che non fornisce alcun risultato, beh, ben venga un 60enne migliore di me!!!
    La rivoluzione in questo Paese la dovrebbero fare gli onesti e le persone capaci, che dovrebbero essere la vera aristocrazia (nel senso letterale del termine, aristoi=migliori); se la rivoluzione la devono fare gli incapaci, non so veramente se preferire l’anciene regime o il terrore che segue la rivoluzione

  5. Moreno Puiatti ha detto:

    Concordo, firmo e sottoscrivo quello che dice Francesca.
    Molti “giovani” sanno solo fare politica attraverso i “comunicati stampa”, soprattutto quelli che vengono da pseudo-lauree come “Scienze della comunicazione”.

  6. Medo ha detto:

    Il tutto come se invece a Milano vivere fosse “possibile”. Come se non bisognasse essere super-bugiardi e mentitori anche e soprattutto a Roma, per vivere (il popolare detto “Francia o Spagna, purchè se magna” dovrebbe dirci qualcosa).

    Napoli è città più cosmopolita di quanto si creda, molto più capace di microeconomie e di successi; con una più capillare presenza malavitosa, se vogliamo, ma che nei numeri non sfiora nemmeno i fatturati romani o milanesi delle delinquenze edili, in campo sanitario ed in settori industriali.

    Napoli ha un malessere più visibile, senz’altro pressante e pesante; ma non dimentichiamoci dello schifo che è Milano o delle miserie infinite di Roma. Per favore.

  7. Francesco Papini ha detto:

    Moreno, masculo sugnu!!!
    FrancescO

  8. Moreno Puiatti ha detto:

    Chiedo venia FrancescO, dannate dita a banana.