31 Dicembre 2005

Buon anno

Diario

Siamo arrivati. Non credo che alcuno di voi sarà stupito se dico che quest’anno è stato un anno molto importante per me. Dubito potrò mai dimenticarmi del 2005: l’avventura delle primarie, la nascita dell’associazione, il desiderio di cambiare le cose che si fa vita e si realizza in un tentativo compiuto. E poi le difficoltà, le grandi attese – Great Expectations, come quel romanzo di Dickens – andate purtroppo deluse. E gli incontri, quanti incontri! I volti e le voci di tutte le persone che ho incrociato, con le quali ho parlato. Quelle con le quali ho discusso, quelle ritrovate dopo anni e quelle appena trovate e già diventate compagne di strada, di un cammino che so sarà molto più lungo di questo pur importantissimo anno. Quelle uscite di scena non sempre nel modo migliore. Gli entusiasmi e la gioia, le delusioni e le ferite. Londra, poi l’Italia, ora Mosca. Un anno incredibile. Ne comincia uno nuovo, un anno carico di speranze per il nostro Paese, l’anno in cui – è un augurio di buon anno, attenti! – ci libereremo di Berlusconi e del suo ineffabile governo. E’ anche l’augurio che questo significhi gettare le basi per la costruzione di una nuova classe dirigente, scelta per i meriti e non per le appartenenze, di livello europeo e internazionale, che restituisca al Paese dignità e rispetto. Auguri all’Italia, dunque, e auguri agli italiani. E auguri di serenità e di gioia a tutti voi, cari ventiseimilanovecentoundici amici, e alle persone a cui volete bene. Per quanto mi riguarda, passerò la mezzanotte con i miei e Angelo, 5 mesi, il mio primo nipote, sarà lì. Brinderò ad Angiolino, alla vita che afferma il suo diritto, alla speranza concreta che le cose un giorno saranno migliori. Buon anno, buon anno a tutti.